Antonello da Messina: Il paradiso è nel reale

 

La Crocifissione di Antonello da Messina è un’opera del 1475 realizzata con olio su tavola. Antonello da Messina appartiene, tout court, all’arte rinascimentale, benché si tendi sempre a specificare storiograficamente, quasi fosse un declassamento, in termini geografici il suo Rinascimento meridionale.

Probabilmente è a Napoli che venne a contatto con l’Arte Fiamminga, di cui rivisitò in chiave italiana lo stilema nel disegno, giungendo persino a influenzare il Rinascimento Veneziano. La Crocifissione è un’opera particolare perché è composta da forti contrasti iconografici. Evidentissima è la figura del Cristo come soggetto in primo piano, il quale risulta posturalmente descritto in modo classico. Sotto di esso, in preghiera, troviamo Maria e San Giovanni. I due ladroni che sono chiaramente alla destra e alla sinistra del Cristo risultano essere l’elemento di rottura con la tradizione, poiché la loro postura è particolarmente alternativa e drammatica. Infatti sono collocati su dei tronchi spogli e aridi con il corpo in una tensione quasi estrema resa dal corpo arcuato. Intorno vi sono una serie di elementi come teschi e gufi che collocano lo spazio in una dimensione di morte, la quale tuttavia stride con il paesaggio all’orizzonte: Lo stretto di Messina.

Paesaggio sullo sfondo, dicevamo, che si scontra con i soggetti in primo piano, poiché il disegno e soprattutto i colori risultano armonici, affatto drammatici, quasi fossero una collocazione spaziale del concetto di armonia e serenità, di un Eden tratto nell’immanenza. Ancora una volta ci ritroviamo gettati in quella dimensione duale dove il contrasto estetico, quasi la contraddizione del reale si manifesta con serena lucidità. Una natura allegoricamente ideale che non trova adeugatio al male degli uomini.

La collocazione così particolare dei corpi dei ladroni è un evidente messaggio dell’assurdo in cui siamo costretti a vivere, non cogliendo la bellezza che è proprio lì dietro di noi. Viene da immaginare i corpi dei ladroni come a degli archi tesi e pronti per essere scagliati, non tanto verso un paradiso post mortem, ma laggiù sullo sfondo del bellissimo stretto di Messina, nel mondo reale, il quale può e deve essere il vero paradiso.


Raffaele Gatta

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