Pisanello, il cui vero
nome era Antonio Di Puccio, nacque a Pisa nel 1390 e probabilmente morì a
Mantova nel 1455. Con Pisanello ci troviamo all’interno del Tardo Gotico, sorto
circa nel 1370 e dunque anche alle soglie del Rinascimento Fiorentino.
Nel
Tardo Gotico troviamo, oltre Pisanello, figure come Beato Angelico, Gentile da
Fabriano e Paolo Uccello. Dato il contesto storico, assistiamo gradualmente ad
una crisi generale dei valori del Medioevo: Crisi della Cavalleria e del mondo
feudale, a favore di quel principio liberatorio dell’Homo Faber in cui
convogliono fede nel saper fare e fede dell’uomo in se stesso, il quale si
libera dal timore di Dio, di quel Dio trascendente e lontano. Culturalmente
infatti ha molto peso il pensiero di Guglielmo di Ockham e dell’averroismo.
Guglielmo di Ockham porta avanti il pensiero di Duns Scoto per cui Fede e
Ragione possono essere indipendenti l’una dall’altra. Esse infatti perseguono
fini e scopi diversi. L’uomo dunque comincia a liberarsi dal peso teologico
della Chiesa e ad avere un approccio con Dio diretto e individuale, tuttavia se
da un lato assistiamo ad una progressiva liberazione da parte dell’uomo,
dall’altra occorre notare il sorgere di un forte pessimismo. In questo senso il
poeta e novelliere Franco Sacchetti nel 1399 congeda il secolo attraverso
alcune riflessioni, potremmo dire, apocalittiche.
Dentro tale cornice
storica e culturale, dunque, possiamo inserire Pisanello e la sua opera, la
quale, attraverso l’utilizzo del colore e delle atmosfere narrative,
rappresenta perfettamente lo spirito del Tardo Gotico. Notiamo quasi
istintivamente, attraverso l’uso della scala cromatica e la rappresentazione
dei personaggi, un flair magico e favolistico che Pisanello ci descrive
in un iperrealismo reso manifesto dai disegni quasi maniacali degli animali,
all’interno di foreste incantate o di paesaggi onirici. I colori sono per un
verso ridondanti, vi è un utilizzo dell’oro in maniera a volte baroccheggiante,
come nel caso dell’opera: La tentazione di Sant’Antonio Abate,
dall’altra appaiono toni cupi e misteriosi, i quali rimandano a una atmosfera
pessimistica del tempo, ne è un esempio La Visione di Sant’Eustachio,
dove ai toni cupi si aggiunge una perdita del soggetto in un caos ambientale
nel quale la presenza umana si confonde, quasi a instaurare quella sintesi tra
umano/natura e divino, concetto qui aristotelico che passa attraverso la
tomistica di San Tommaso, in cui si palesa il conformarsi della società nella
natura creata da Dio. Ovvero la conoscenza sensibile è solamente un medium per
giungere a quella intellettuale e il molteplice è, come abbiamo detto per
l’opera La Visione di Sant'Eustachio, attraverso le molteplici figure
della natura sostanzialmente Unità.
Nella molteplicità si
raggiunge l’unità dell’armonia. La natura dunque è un fine spirituale. Potremmo
ancora dire che la visione estetica del Tardo Gotico e dunque anche del
Pisanello vuole infondere negli animi, attraverso l’infinità degli enti creati
da Dio e dunque l’apparente confusione del mondo, un’essenza armoniosa, una
quidditas come evidenza del principio divino.
Da ricordare anche il
disegno della Lussuria del Pisanello che descrive il corpo di una donna
nuda. E ancora la scena degli impiccati
nel San Giorgio e la principessa. Questi due soggetti rappresentano, in
modo particolarmente evidente, lo spirito di angoscia del Tardo Gotico, uno
spirito che in qualche modo vuole mostrare la violenza della carne e del mondo
finito, in cui sì vige lo spirito divino e dunque dell’armonia, ma anche una
certa forma bestiale. I corpi appesi sullo sfondo della scena di San Giorgio
e la principessa potevano da Pisanello essere esclusi, ma egli li inserisce
benché ai margini della raffigurazione. L’aspetto drammatico molto evidente
sembra quasi, in un concetto assiologico, indicarci secondo Pisanello la
drammaticità del mondo finito e la mancanza valoriale nei confronti della vita
umana: una corda dondolare sotto gli occhi di tutti in una violenza inaudita
che non ha nemmeno la pudicizia del corpo ma lo svela al mondo, agli occhi
degli altri.
Chissà cosa avrebbe
pensato oggi giorno Pisanello che ha nei suoi quadri descritto il corpo umano
violentato, appeso, mortificato nella nudità e privato del suo valore
spirituale? Chissà cosa avrebbe pensato della mercificazione del corpo umano e
del corpo femminile che nell’industria pubblicitaria ha completamente smarrito,
attraverso la nudità introiettata dal capitalismo, il suo valore autentico? La
rappresentazione nel disegno la Lussuria ha davvero quasi anticipato i tempi.
E cosa avrebbe detto,
sulla base della sua scena degli impiccati, riguardo il valore spirituale
odierno della vita umana? Sull’Esistenza tra guerre ed economie dedite solo al
profitto, a scapito della dignità umana, che ha nel suo orizzonte comunitario
perso ogni riferimento Alto.
Raffaele Gatta
Commenti
Posta un commento